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Diventare globali: istruzioni per l’uso

Suggerimenti da esperti sull’internazionalizzazione della propria impresa

Mercoledi scorso sono andato ad un’interessante tavola rotonda sull’internazionalizzazione delle nuove imprese (e delle imprese in generale dal titolo “From the Pillars of Hercules to Ellis Island and more” organizzato da Innovits, associazione no profit che supporta i nuovi imprenditori nel loro percorso fino all’incontro con possibili investitori e all’ingresso sul mercato.

I relatori erano:

  • Ray Garcia, managing director Buoyant Capital, New York
  • Stefano Boldorini, Fondatore e Managing Partner WINH – World In Your Hands
  • Fabrizio Zucca, Chairman e co-fondatore di Strategia & Sviluppo Consultants S.r.l.
  • Nikhil Aggarwal, fondatore di Connexun

I

Si sono discussi tanti punti interessanti e questi sono alcuni spunti che ho raccolto:

  1. Significato di internazionalizzazione: a volte il termine è frainteso. Molte persone ritengono che vendere su molti mercati equivalga a internazionalizzare. Ciò non è vero. Essere globali significa, per esempio, avere parte del team proveniente dalla nazione dove si punta ad espandersi e condividere i valori che essa porta all’interno dell’azienda.

Prova della differenza è che, durante la recente crisi, solo coloro che avevano la propria rete di distribuzione hanno potuto affrontare in maniera opportuna le difficoltà. Questo perchè erano radicati nelle diverse nazioni e potevano adeguare in modo appropriato l’offerta e la catena del valore.

  1. Internazionalizzazione, per molti ma non per tutti: confrontando il mondo che si può raggiungere oggi con un volo con quello di 10/15 anni fa la differenza è davvero notevole. Oggi con un volo è possibile andare da un punto al suo opposto del mondo in un tempo ragionevole.

Ciò incrementa in maniera significativa la possibilità per un imprenditore di globalizzare il proprio business. Prima però di decidere di puntare a un qualsiasi mercato estero, ogni capo d’azienda dovrebbe considerare la struttura e la dimensione della sua realtà. Solo coloro che hanno un fatturato di alcuni milioni di euro, infatti, possono diventare internazionali rimanendo profittevoli.

  1. Analizza il tuo mercato target: ogni nazione (o continente) si differenzia dagli altri per cultura, valori, modalità di fare impresa e abitudini.

   Prima di decidere di raggiungerlo è decisivo analizzare in modo approfondito tutti questi elementi per vedere se  corrispondono a quelli aziendali.

Solo dove ciò accade (dove è “facile” stare) il rischio è affrontabile. Negli altri casi perdere soldi è più di una possibilità

  1. Analizzare il proprio mercato target, per un imprenditore significa anche:
    1. Essere rispettoso: la cultura è il fondamento di una nazione. Approcciare un posto nuovo sottostimando tale elemento, pensare di essere più “smart”, più intelligente degli altri, trattarli come meno intelligenti sono modalità che conducono al fallimento.
    2. Inoltre errate comprensioni e ignoranza della cultura o conoscenza superficiale della stessa, portano le persone ad avere un approccio che non si concilia con le abitudini, il modo di ragionare e di fare impresa dei “locali” portando l’impresa a perdere soldi
  • “Non prendere il volo da solo”: quando si decide di internazionalizzare non farlo da soli.

Poiché le nazioni sono diverse tra loro, gli imprenditori hanno bisogno di qualcuno che

  • conosca veramente bene il luogo dove essi vogliono andare
  • possa guidarli in tutti i passi necessari e supportare la gestione dell’impresa
  • Scegli il giusto partner: il mondo è vario e nessuno può dire di conoscere approfonditamente ogni nazione. Per questo quando si sceglie il consulente bisogna verificare la corrispondenza fra le nazioni “promesse” e quelle con cui la persona è realmente familiare
    • Durante l’internazionalizzazione bisogna considerare che possono passare 1-2 anni prima che il processo si completi e che si cominci ad incassare. In quel periodo il consulente va comunque pagato.
    • Dunque la fiducia in lui deve essere totale e, dunque, una verifica approfondita del suo profilo è fortemente consigliata.
  • Sii globale: il mondo ha diversi fusi orari e il business richiede di essere pronto a rispondere e lavorare, quando necessario, 24 ore al giorno (anche di più per alcuni), 365 giorni all’anno.
    • Una conseguenza è che in Agosto, quando in Italia la maggior parte delle persone va in ferie, gli imprenditori devono lavorare (o devono essere pronti a farlo) per spingere la propria attività e incrementare i profitti.
    • Inoltre quando in azienda vi sono stranieri, bisogna lavorare come essi sono abituati a fare.
  • Cogli le opportunità dove esse sono: a volte, guardando l’andamento di alcune nazioni (es: India e Cina), la volontà di entrarvi è molto forte.

Ciò non permette di vedere altri posti in cui sarebbe facile entrare per via di una cultura più simile o di una comunità di emigranti dalla nazione ove l’azienda risiede (es: gli italiani che vivono negli USA).

Così si perdono grandi opportunità. Per evitarlo bisogna fare un’analisi più approfondita delle nazioni e avvantaggiarsi di quanto la cultura aziendale e/o l’identità manageriale permette di avere.

EdoardoFacchini

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